In uscita il 17 Novembre 2015 il DVD del capolavoro di Paolo Cavara.
La prima edizione ha avuto enorme successo. Prossimamente è in uscita una nuova edizione ampliata e aggiornata di “Paolo Cavara . Gli occhi che raccontano il mondo” di Fabrizio Fogliato.
Nuovi saggi, nuovi documenti, nuovi materiali inediti, e nuova curatela
L’Occhio selvaggio: a seguire uno stralcio e dichiarazioni del regista estratte dall’edizione corrente del libro
Il primo film a soggetto di Paolo Cavara è, forse, la sua opera più importante, e merita, senza ombra di dubbio, di essere collocato tra i grandi film della cinematografia italiana, anche perchè, accanto a quella del regista si ascrivono firme altrettanto prestigiose: il soggetto è elaborato con Fabio Carpi e Ugo Pirro, mentre la sceneggiatura è condivisa con Tonino Guerra e si avvale del contributo di un giovane emergente (cinematograficamente parlando) di nome Alberto Moravia. L’occhio selvaggio è un film che va oltre la semplice denuncia del meccanismo riproduttivo della macchina da presa, e va anche oltre il concetto di manipolazione della realtà, per addentrarsi nei meccanismi talvolta inconsci, talvolta sottovalutati, interni ad una società che genera uomini come il regista al centro del film. Non a caso, con lucida e spietata consapevolezza, Paolo Cavara, mette in scena, non il suo passato bensì il suo presente di artista tormentato e dubbioso che riflette sulla sottile linea che separa la verità dalla menzogna e viceversa, e per fare ciò non esita (ben cosciente del rischio) a ri-esibire, nel film, quelle stesse atrocità che egli denuncia. Quello messo in atto, però, non deve essere letto nè come un modo per fare i conti con il passato, né, tantomeno, come un atto (auto)distruttivo fine a se stesso. L’occhio selvaggio, infatti, può essere inteso come una vera e propria indagine attorno e sul dubbio. Concetto questo che, nell’idea di Cavara, non è separabile da un altro, altrettanto importante e dirimente, quale è quello di “successo”. Sono le stesse parole del regista a confermare la presenza, nel film, di questo doppio binario di indagine:
“Il mio personaggio non è così arido come potrebbe sembrare all’apparenza. E’ deciso a vincere la sua battaglia per la vita e si rende conto che per “arrivare” è necessario pagare un prezzo. Dotato di grande fascino personale si fa perdonare cose che ad altri non sarebbero perdonate. Egli sa benissimo che il nostro è un mondo che consente il successo soltanto a chi è dotato di grinta e che una volta raggiunto il piedestallo è difficile tornare indietro, anche di fronte a ripensamenti di carattere morale. […] Con L’occhio selvaggio vorrei semplicemente fare un analisi obiettiva di me stesso. Mi prefiggo soprattutto di dire quello che ho dentro di me e mi auguro di poterlo esprimere con lo stesso entusiasmo con cui ho affrontato con risultati positivi e negativi, il periodo della mia vita legato all’esperienza del cine-documentario”.
di Fabrizio Fogliato
Per saperne di più, è in arrivo la nuova edizione di
1 Commento
L’ha ribloggato su Il Blog Z N° 2 di Stefano Donno .