Il senso dell’erotismo nel cinema di Paolo Cavara
L’astrazione entra in gioco anche attraverso la messa in scena dello sguardo, che qui appare come un’ulteriore riflessione sulla “menzogna cinematografica” con un assassino fintamente cieco, con l’utilizzo di altri strumenti di ripresa all’interno del film e con il processo di blow-up a cui è sottoposta la fotografia di Maria Zani per capire che cosa sia quella macchia scura che appare dietro la sua nuca che, attraverso l’ingrandimento del dettaglio, si rivela essere un aereo in fase di atterraggio.
[…] Anche l’erotismo, copiosamente presente nel film, è declinato verso l’astrazione attraverso la presenza plastica di corpi nudi ripresi sia con sguardo mai compiaciuto sia attraverso il mostrare dettagli insoliti (come avviene sui titoli di testa con l’orecchio e l’ombelico della Zani). Il corpo nudo con la sua negazione dietro paraventi zigrinati, o la sua ostentazione durante le fasi dei delitti, rientra nella dinamiche di sceneggiatura incentrate sulla presenza di un centro estetico all’interno del quale si commettono ricatti ai danni di facoltosi clienti e dove, all’insaputa di tutti, si nasconde anche il misterioso assassino. La scelta non è casuale, visto che collima con altri elementi volti a costruire il quadro di una “società delle apparenze”, in cui dominano il peccato, l’edonismo, la corruzione e l’estetica.[…]
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“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” – Edizioni Il Foglio Letterario.
http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Cinema_Cavara.htm
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di Fabrizio Fogliato