ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto dal libro sul film LA STAGIONE DEI SENSI (1969) di Massimo Franciosa

Altro parto argentiano, questa volta condiviso con Barbara Alberti, Franco Ferrari e Peter Kintzel a partire da un soggetto di Amedeo Pagani, è la sceneggiatura de La stagione dei sensi (1969) diretto da Massimo Franciosa. In questo caso tanto la dimensione gotica, quanto quella parodistica sono decisamente accentuate, al limite del parossismo, trasformando il film in una sorta di apologo bizzarro e misogino. Il sesso è elemento persistente, qualcosa di appiccicaticcio, che trasuda dalle pareti del maniero dell’isola e che funge da catalizzatore per la messa in scena allestita del suo proprietario.

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[…] Ne La stagione dei sensi il sesso è equiparato al Male, un male arcaico, inconoscibile, sfuggente, misterico che si annida nel passato e che agisce nel presente attraverso un personaggio che è un meneur des jeaux. Più precisamente un ragno che tesse la sua tela per catturare le mosche (le quattro donne) che, ingenuamente, si offrono a lui come vittime designate e sacrificali. […] A corroborare, e implementare, la dimensione onirica della pellicola contribuiscono numerosi dialoghi tra cui il più significativo (e fondamentale) è sicuramente quello del primo incontro di Luca con Monica e Michelle: “No, non abbiate paura… stiamo sognando. Un gesto insolito che da sveglie non osereste [le spinge a spogliarsi]. Non dovete preoccuparvi, tanto usciremo dal sogno e non vi ricorderete di quanto sarà accaduto”. La parte centrale del film si svolge, invece, sotto forma di lezione didattica; una lezione in cui gli elementi parodistici vanno di pari passo con la misoginia di fondo dell’assunto. […]

Fabrizio Fogliato

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