In Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri
Nel 1968 la nostra industria cinematografica sforna oltre 250 titoli e una regione come il Piemonte ha in funzione oltre 800 sale cinematografiche (all’incirca una ogni cinquemila abitanti) tra prime, seconde e terze visioni. Il cinema dunque è, per chi lo fa, medium di canalizzazione della contestazione capace di dare vita ad una serie di nuovi autori (alcuni destinati a lasciare il segno, altri capaci di “ballare” per un solo film) mentre, per chi lo vede, da semplice passatempo, assume i crismi della rappresentazione di un orizzonte nuovo e suggestivo nonchè strumento di discussione.
E’ la stagione dei cineforum, degli spazi (i più impensabili, come palestre, garage, atri dei condomini, ecc) adibiti a luoghi di proiezione e di discussione. Il cinema spinge al confronto, al dialogo acceso e violento, alle fratture, alle convergenze e alla contrapposizione su solidi conformismi ma, nonostante tutto, fa parlare persone che fino ad un momento prima non si sarebbero neanche rivolte uno sguardo. La stagione cinematografica del 1968-1969 è senza dubbio attraversata da una costante, quella dell’erotismo o meglio della “rivoluzione sessuale” (teorizzata da Whilelm Reich) applicata sul grande schermo. La promessa di cui si fa promotore il V.M. 18 anni attaccato a caratteri cubitali sulla locandina del film, è quella di poter finalmente mostrare allo spettatore ciò che prima era proibito e/o negato, ma è anche quella che traduce nell’esposizione di centimetri di pelle nuda lo slogan ideologico: “facciamo l’amore e non la guerra”. L’ideale che si trasforma in merce dunque, la negazione stessa delle istanze ideali, libertarie e anticonformiste che il 1968 proclama.
di Fabrizio Fogliato
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ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri
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Collana LA CINETECA DI CAINO – 3
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