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Fabrizio Fogliato

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BLANCHE (1971) di Walerian Borowczyk

Il primo passo di Borowczyk verso la rappresentazione autorale delle “dinamiche dello sguardo”

Siamo nel Medioevo francese, verso il 1200, in un castello abitato da un vassallo del Re (Michel Simon), dalla sua giovane moglie Blanche (Ligia Branice), e da Nicolas, figlio di primo letto del barone. Senza che il vecchio lo sospetti, madre e figliastro si amano teneramente, ma senza nemmeno il coraggio di dirselo giacché Blanche è fedelissima al suo signore e Nicolas devotissimo al padre. Arriva in visita il Re, col suo paggio soave Bartolomeo che ha fama di rubacuori, e scoppia la tempesta. Perché sia l’uno sia l’altro tentano di sedurre l’inespugnabile castellana, il paggio viene murato vivo, Nicolas per salvare l’onore dell’amata innocente si fa uccidere in duello, la donna si avvelena, Bartolomeo salvato in extremis viene straziato per vendetta, e il vecchio si pugnala.

CÉRÉMONIE D’AMOUR (REGINA DELLA NOTTE, 1987) di Walerian Borowczyk – Seconda parte

La chiesa di Saint Germain De Pres si trasforma in luogo mistico e astratto

Solo apparentemente, in Regina della notte, l’erotismo appare come implicito, in realtà proprio in questo film è pregnante e debordante (come lo era stato in Blanche), attraverso un processo di sottrazione della nudità e attraverso l’esaltazione, tanto del gesto quanto del dettaglio.

CÉRÉMONIE D’AMOUR (REGINA DELLA NOTTE, 1987) di Walerian Borowczyk – Prima parte

Il rapporto sessuale è uno strumento per fermare il tempo

Il titolo originale del film è lo stesso del romanzo di André Pieyre De Mandiargues, cioè “Tout disparaîtra”, così almeno compare sulle carte di lavorazione del film. Al momento dell’uscita però il titolo originale viene convertito nell’anonimo Cérémonie d’amour, mentre in Italia diventa Regina della notte, per richiamare nelle sale il pubblico-voyeur del circuito a luci rosse ormai avviato verso una crisi irreversibile.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.05: ritorno

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.05: ritorno: Gli assassini sono vostri ospiti (stralci)

Nella materialità dell’omicidio di Maria Martirano si nasconde il perturbante di un’intera società che, darwinianamente, definisce i rapporti di forza e correità tra padroni e servi. Indipendentemente dalla verità dei fatti, c’è un dato che non può essere né eluso né messo in discussione ma che, cinematograficamente, è destinato a rimanere fuori campo: il gesto dello strangolamento.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.05: andata

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.05: andata: La febbre dell’oro (stralci)

[…] Nel 1958 l’Italia è una nazione democristiana brulicante di politicanti e clericali il cui potere si consolida nei salotti tramite sotterfugi notturni, per lasciarsi alle spalle le macerie della guerra e sottrarsi, velocemente, allo spettro del comunismo. È l’Italia del cantiere perenne, il cronotopo che segna l’immaginario collettivo attorno a cui fanno e disfano improvvisati palazzinari, che si muovono all’ombra dei potenti in un sottobosco in cui si mescolano le convenienze biunivoche di servi e padroni.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – Speciale IL PALAZZO DEGLI ORI [C.A.GADDA]

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Per la prima volta l’analisi esegetica del trattamento di CARLO EMILIO GADDA

Non vi sono indicazioni precise sulla data di scrittura di Il palazzo degli ori, il trattamento cinematografico che Carlo Emilio Gadda costruisce attorno a Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Certo è che nelle 30 scene di cui è costituito, l’ingegnere milanese si adatta a uno stile ben più corrivo del romanzo eponimo.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.03: ritorno

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.03: ritorno: La febbre dell’oro (stralci)

Sono le domande pressanti, il prolungamento del fermo, i continui e ripetuti interrogatori sulla sedia di fronte al commissario, lo stordimento del fumo di sigarette che per ore e ore asfissia i “contendenti”, prima che una finestra venga aperta, che portano l’indiziato a confessare (anche se non sempre è realmente colpevole). L’interrogatorio di polizia diventa – anche nel cinema italiano – un topos di riferimento. Di nuovo Pietro Germi ci mette lo zampino, partecipando come attore protagonista (nella parte del Commissario Fioresi) a Il rossetto (1960), esordio alla regia di Damiano Damiani, variazione sul neonato spartito dell’interrogatorio mutato in indagine filosofica.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.03: andata

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.03: andata: La febbre dell’oro (stralci)

Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi ‒ come sottolinea Roberto Curti ‒ nasce da un matrimonio che sembra improbabile ma che (come vedremo anche nel prossimo capitolo) dà vita al convitato di pietra di tutto il “nero” di matrice borghese e spinge le sue spire di influenza molto lontano nel tempo.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.02: ritorno

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.02: ritorno: L’età dell’oro (stralci)

Se la città è una giungla in cui, con le unghie e con i denti, si cerca di arraffare un po’ di felicità, è nel deserto delle periferie che matura una trasformazione demografica destinata, proprio all’alba degli anni Cinquanta, a porre le condizioni affinché l’atavica rabbia (covata, repressa) generata dalla miseria si mescoli – in un combinato disposto i cui effetti distruttivi matureranno nel lungo periodo – con quella “nuova”, generata da una convivenza forzata e imprevista che amplifica disagio e malessere abitativo nelle periferie producendo crisi di identità degli abitanti.