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Fabrizio Fogliato

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PAOLO CAVARA. GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO (Seconda Edizione)

Il saggio di Fabrizio Fogliato, da Marzo, nelle librerie e nei siti di e-commerce.

In uscita l’attesissima e richiestissima nuova edizione

 

Questa nuova edizione del libro – che si pone a metà strada tra la divulgazione e lo studio accademico – presenta nuove interviste e testimonianze, la pubblicazione e l’analisi di soggetti inediti, uno studio critico e sfaccettato dell’opera più importante dell’autore (L’occhio selvaggio) che si vanno ad aggiungere ad un apparato fotografico ulteriormente integrato, ad una filmografia critica arricchita di nuovi documenti e alla trascrizione integrale dei trattamenti di Mondo cane e I malamondo.

1968… MODI PER MORIRE… e oltre

In Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Nel 1968 la nostra industria cinematografica sforna oltre 250 titoli e una regione come il Piemonte ha in funzione oltre 800 sale cinematografiche (all’incirca una ogni cinquemila abitanti) tra prime, seconde e terze visioni. Il cinema dunque è, per chi lo fa, medium di canalizzazione della contestazione capace di dare vita ad una serie di nuovi autori (alcuni destinati a lasciare il segno, altri capaci di “ballare” per un solo film) mentre, per chi lo vede, da semplice passatempo, assume i crismi della rappresentazione di un orizzonte nuovo e suggestivo nonchè strumento di discussione.

1968… MODI PER MORIRE

In Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Quello del 1968 è un paradosso straordinario: l’anno che vuole cambiare il mondo, nel cinema italiano diventa l’anno in cui la rivoluzione è negata. I film del biennio 1968-1969 – finora poco storicizzati e affrontati in ordine sparso – visti nel loro complesso disegnano oscuri presagi sul futuro a medio e lungo termine e sono attraversati da un pessimismo, appiccicoso e intransigente, nei confronti di tutto ciò che è cambiamento. La cifra contenutistica è quella della disillusione, già sublimata prima ancora che l’illusione stessa si compia. E’ come se il cinema, tra i medium, fosse l’unico a fare i conti con l’immaturità endemica e le frustrazioni dell’italiano medio, e a mettere in scena la nemesi stessa del “sogno”, anticipando persino i tempi dell’attesa e sospendendo ogni illusione in uno stato di sospensione come è quello della “permanenza del possibile”.

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Febbraio 2016

Italia: Ultimo Atto. L’altro cinema italiano per quanto ci riguarda, è uno dei testi più importanti pubblicati lo scorso anno in Italia.

Lo è soprattutto per la sua trasversalità e la sua capacità di mettere in ordine il caos che permea una storia del cinema italiano che in pochi conoscono e che in molti giudicano (a torto) non degna di interesse”. (MEDIACRITICA.IT)

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Intervista all’autore Fabrizio Fogliato

a cura di Gabriele Baldaccini – 10 Febbraio 2016

 

La prestigiosa testata afferma:

“Italia: Ultimo Atto. L’altro cinema italiano per quanto ci riguarda, è uno dei testi più importanti pubblicati lo scorso anno in Italia.

Lo è soprattutto per la sua trasversalità e la sua capacità di mettere in ordine il caos che permea una storia del cinema italiano che in pochi conoscono e che in molti giudicano (a torto) non degna di interesse”.

Leggi l’intervista integrale

BLUE NUDE (1977) di Luigi Scattini

Fabrizio Fogliato (a cura di) LUIGI SCATTINI INFERNO E PARADISO – In uscita nelle librerie

 

BLUE NUDE (1977) di Luigi Scattini

Il film, poco amato dalla critica dell’epoca, e subito tolto dalla sale per le vicissitudini finanziarie e legali della Euro International, si presenta a metà strada tra la ballata folk di stampo melodrammatico e il dramma urbano a tinte forti di matrice scorsesiana. A mescolare i due registri contribuisce ampiamente la colonna sonora di Piero Umilani capace di creare una tensione costante (sia emotiva che drammatica) fatta di brani di jazz innovativo e moderno – costruendo una vera e propria scala di suoni e strumenti – ben amalgamato con ballate dall’impronta country e folk che sottolineano il peregrinare per strade oscure e dimenticate di New York da parte del protagonista, o il suo incedere fiero nella zona di Times Square tra luci e cartelloni pubblicitari.

TOP SENSATION (1969) di Ottavio Alessi

In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Il mare in Top sensation è un non-luogo, uno spazio aperto, immenso, privo di confini necessario per definire uno sguardo “pornografico” sulla vicenda: non tanto per il cospicuo materiale erotico presente nel film , quanto per impedire allo spettatore di volgere lo sguardo altrove di cercare una via di fuga impossibile – così come è negata ai personaggi della vicenda. Quello che sopravvive, prima di tutto a se stesso, sullo yacht è un coacervo di vipere tenuto assieme dal vizio e dall’avidità che, con il suo comportamento, persuade e contamina i due contadini dell’isola che gìà di per se non sono esenti da colpe. Ecco dunque materializzarsi quella “regola del gioco” che lega ricchi e poveri (senza distinzione di classe) attorno alla cupidigia e alla lussuria, in cui emergono gli aspetti più crudeli (attraverso il dialogo) delle differenze di classe e in cui la violenza e il cinismo sono armi spuntate messe in mano a fantasmi della società.

Presentazione Italia: Ultimo Atto – Como 06022016

IL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO CELEBRA MASSIMO PIRRI

 

Il giorno Sabato 06 Febbraio 2016 alle ore 17.30 c/o IL CINEMA ASTRA di COMO ci sarà la presentazione del Libro “Italia: ultimo atto. L’altro cinema Italiano – da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri” di Fabrizio Fogliato.

Seguirà la proiezione-evento di “Italia: Ultimo atto?” (1977) di Massimo Pirri

Ferruccio (Luc Merenda), insegnante e caporeparto di un’officina; Bruno (Andrea Franchetti), delinquente comune convertitosi alla lotta politica armata; Mara (Marcella Michelangeli), di estrazione borghese, sono tre terroristi cui, nei piani della loro organizzazione spettava il compito di uccidere il ministro degli Interni. Giudicando però che nell’attuale situazione del nostro paese l’attentato farebbe il gioco della reazione, i capi decidono di differirlo. Trasgredendo ai loro ordini, Ferruccio e i suoi due compagni lo portano ugualmente a termine. Durante l’azione omicida di cui restano vittime, oltre al ministro, anche gli uomini della sua scorta, Bruno muore. Mentre nel paese, in preda al caos, si scatena la repressione, Ferruccio e Mara si rifugiano in un covo dell’organizzazione, dove finiscono per uccidersi a vicenda.

A seguire l’intero programma del festival e i link per contatti e prenotazioni

LUIGI SCATTINI INFERNO E PARADISO (a cura di) Fabrizio Fogliato – A GENNAIO in tutte le librerie

SVEZIA INFERNO E PARADISO (1968)

 

Aggiungendo elementi, quindi, ci si accorge che dietro l’apparente scelta (e tesi) di fondo di Svezia inferno e paradiso, si nasconde una complessità strutturale fatta sia della capacità del regista di muoversi con la macchina da presa e di individuare gli elementi più urgenti e controversi, sia della polemica (espressa dal commento) circostanziata e analitica (mai qualunquista, a tratti, moralista) all’interno di un discorso per immagini serio e rigoroso, puntuale e informato, mostrato allo spettatore con spietata e agghiacciante freddezza con l’intento biunivoco di affascinare e atterrire. Luigi Scattini, soprattutto in materia sessuale, dipinge un mondo (rispecchiando le notizie del reportage di Enrico Altavilla) in cui nulla è come sembra. Un mondo e una sfera dei rapporti sessuali, dove arbitrio e libertà non hanno distinzione, dove il superamento di ogni proibizione ha condotto alla sterilità sentimentale e all’aridità emotiva, e dove la trasgressione – tanto quella sessuale che quella della droga – ha perso ogni valore per diventare abitudine, portando così ad un consumo meccanico dei rapporti umani e all’emergere di una inspiegabile nausea quotidiana per l’esistenza.