Autore

Fabrizio Fogliato

Browsing

GERARD DAMIANO’S PEOPLE (1978)

First Things First

 

Una settimana di lavorazione e un budget di 23.000 dollari, tanto ha richiesto il tournage di Deep Throat (quello di cui il suo autore disse: “Non è un film…è uno scherzo!”). Quando nel giugno del 1972 al Mature World Theatre di New York venne presentato Deep Throat (Gola profonda) di Gerard Damiano, il mondo del cinema e la società intera ebbero un sussulto. Il film incasserà dal 1972 a oggi, oltre 600 milioni di dollari, cifra che lo colloca a pieno titolo nella classifica dei dieci migliori incassi di tutti i tempi assieme a Titanic, E.T. l’extra-terrestre e Biancaneve e i sette nani. Quello che poteva diventare un elemento complementare del cinema mainstream, cioè il rendere esplicito all’interno della narrazione l’atto sessuale, venne ben presto fagocitato dalla logica commerciale e ostracizzato dal diffuso ma ipocrita perbenismo, spingendo la pornografia a chiudersi in un ghetto dorato. La pornografia rinuncia così ad essere narrativa e si auto-destruttura fino diventare oggi giorno: o semplice addizione di performance sessuali (i cosiddetti wall to wall) o a categorizzarsi in miriadi di sotto-generi per soddisfare ogni singola perversione. Nato nel Bronx 4 Agosto 1928 (e morto il 25 Ottobre 2008, a Fort Mayers in Florida), Gerard Damiano fino alla fine degli anni ’70 fa il parrucchiere nel Queens dove possiede con la moglie due saloni di bellezza. Nel 1968 poi, grazie ad un suo dipendente che frequenta il mondo del cinema, Damiano accetta di fare da truccatore ed estetista per alcuni film indipendenti. Poco alla volta si appassiona e impara il mestiere. Nel 1970 gira Sex USA, un filmino in 8-mm. sul nascente mondo del porno americano, firmandolo con lo pseudonimo di Jerry Gerard. Quindi fonda una sua etichetta indipendente: la Gerard Damiano Film Production Inc. Ne possiede la maggioranza, ma due terzi sono in mano alla famiglia mafiosa dei Peraino. Proprio da qui arriveranno i soldi per finanziare Deep Throat, e dall’incredibile successo del film avrà inizio la sua carriera come “autore” di film pornografici.

E quelli che gira fino al 1985 (anno di Cravings) sono veri e propri film narrativi, in alcuni dei quali vengono affrontate tematiche sociali, psicologiche e religiose, senza mai rinunciare alla recitazione e trasportando l’erotismo al di fuori delle scene di sesso: Damiano sa costruire con abilità una struttura pornografica superando di gran lunga il semplice film-pretesto di esibizioni hardcore. Tutto nei suoi film rimanda continuamente all’erotismo e nulla è pura parentesi, momento di stacco e di attesa tra un amplesso e l’altro: nulla cioè viene lasciato al caso, nulla viene subito come un momento inevitabile, una necessaria soluzione di continuità tra situazioni di pura esibizione genitale. (Franco La Polla, Sogno e realtà americana nel cinema di Hollywood, Laterza, Roma, 1987, p.328). Damiano dunque è autore a tutto tondo in un genere dove la critica, di solito, non ne riconosce, e Gerard Damiano’s People, film a episodi del 1978, oltre a rappresentare il momento-sintesi di elaborazione della sua ossessione registica (la fellatio), vuole essere un ritratto della società americana del tempo e un allegoria sul tema del desiderio. Un lavoro fortemente autoriale e personale (come ben dimostra il titolo originale), che pone il regista newyorkes di fronte al mettere in scena se stesso e nel trasformare il film in un vero e proprio flusso di coscienza. Il suo modo di intendere il cinema hard è espresso al meglio dalla sua viva voce: “Alcuni istanti, forse frazioni di secondo, prima dell’orgasmo, l’uomo assume un’espressione bellissima. I muscoli si contraggono, il respiro si fa flebile e ansimante, e sul volto la pelle disegna i tratti di una maschera inquietante, quasi espressionista. Per fissare questo momento unico e irripetibile giro sempre con due macchine da presa: una orientata sui genitali e l’altra fissa sul primo piano dell’attore, pronta a cogliere ciò che succede sul suo viso.(…) L’orgasmo è l’unica attività dove l’uomo non può mentire, perchè in quell’istante, anche per una frazione di secondo, il suo viso è privo di segreti” (in A.A.V.V. Diva Blue, Giugno 1986. trad. Fabrizio Fogliato).

leggi l’intero saggio, pubblicato il 14 Ottobre 2014 su rapportoconfidenziale.org

PAOLO CAVARA. GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO – Presentazione al Cinema Trevi – Roma

“Paolo Cavara. Regista Gentiluomo” – Venerdì 07 Novembre – 2014 c/o Cinema Trevi – CSC Roma

 

Il 2014 è stato anche l’anno di Paolo Cavara, regista rimosso per troppo tempo nei volumi di storia del cinema. A rendere giustizia sono stati il restauro da parte della Cineteca Nazionale di uno dei capolavori del cineasta, L’occhio selvaggio (1967), presentato all’ultima edizione del Festival di Roma e la pubblicazione della sceneggiatura del film nel volume editato da Bompiani e curato da Alberto Pezzotta. Non solo, sempre quest’anno sono apparse miracolosamente altre due pubblicazioni:

Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo di Fabrizio Fogliato e la riedizione ampliata, riveduta e corretta di un memoir del figlio del regista, Pietro, dal titolo Ricordo di un padre. Paolo Cavara, regista gentiluomo.

Come scrive giustamente Fogliato: «Lontano da qualunque forma di intellettualismo Paolo Cavara ha anticipato di decenni temi e dibattiti attuali persino oggi, come quello dell’ecologia e del culto delle apparenze. Ha sempre affrontato gli argomenti più urgenti e scottanti, senza mai alzare la voce, senza mai gridare lo scandalo ma, al contempo, sempre con una fermezza e un rigore che non possono non essergli riconosciuti».

a seguire il programma dell’intera giornata

PAOLO CAVARA. GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO – Presentazione a COMO

Una serata con Gianni Cavina per la presentazione del libro “Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo”

Sabato 11 Ottobre 2014 al Cinema Astra

 

Sabato 11 ottobre alle ore 21.00, presso il Cinema Astra di Como.
In collaborazione con Il Cinecircolo, il centro formativo Starting Work, la scuola cinevideo Dreamers di Como e l’Hotel Terminus, sarà proposta una serata con un ospite d’eccezione: l’attore Gianni Cavina.
Nel corso della serata sarà inoltre presentato il volume “Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo” di Fabrizio Fogliato prima pubblicazione su un autore meritevole di attento recupero.
Per l’occasione sarà proiettato il film che impose Gianni Cavina all’attenzione del pubblico e della critica: “Atsalut pader” di Paolo Cavara, un intenso ritratto di frate Padre Lino da Parma, figura storica di stretta attualità.
a seguire la locandina dell’evento

ROY MENARINI su PAOLO CAVARA. GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO

Segnalazione e commento al libro sul blog di Roy Menarini – 08 Ottobre 2014

 

Estinguo un debito di alcuni mesi, citando due libri dedicati a Paolo Cavara, un cineasta di quelli che meritano una riconsiderazione e una collocazione nella storia del cinema italiano. I due volumi vanno considerati separati, ma una lettura unitaria li rende quanto meno congruenti.

a seguire il link con il testo integrale

AMERICAN BEAUTY di Sam Mendes (1999) – Parte Seconda

Invito a cena …con cinismo

 

Atto I: Ritratto di una famiglia americana

Prima di tutto c’è un’immagine che colpisce: lo sguardo di Jane alla pagina internet sulla chirurgia plastica per rifarsi il seno, prima di uscire di casa per andare a scuola. Un frammento, una scheggia di desiderio, veloce e fugace, che lentamente con il proseguo del film viene meno grazie alla consapevolezza, che la ragazza acquisisce, in merito a se stessa e al suo corpo, lungo la strada della sua relazione con Ricky. Consapevolezza e desiderio, due parametri che stridono fortemente con l’immagine plastica della famiglia: quella che Mendes mostra attraverso un lento zoom in avanti, immersa in una atmosfera sospesa mentre i tre componenti sono seduti a cena; al centro del tavolo un mazzo di American Beauty ben illuminato da un fascio di luce, posizione di oggetti e persone perfettamente ordinata, la simmetria dello spazio delimitata dalla presenza delle candele, insomma il ritratto patinato della famiglia americana. Per mostrare che l’apparenza inganna Mendes ricorre alla presenza di un controcampo muto (mostrato attraverso la ripresa video della handycam di Ricky), in cui non c’è bisogno di parole per vedere come il rapporto tra Jane e suo padre sia irrimediabilmente compromesso e come la madre Carolyn sia totalmente impotente a causa della sua pochezza e fragilità.

AMERICAN BEAUTY di Sam Mendes (1999) – Parte Prima

Un tragicomico equivoco di fine millennio

 

Sam Mendes appartiene alla nuova generazioni di “autori” hollywoodiani. Tenendo presente che la parola “autore” a Hollywood ha sempre un significato diverso che altrove, a causa sia delle ingerenze dei produttori sia dalla necessità di “fare cassetta”, anche per i film più “impegnati”. Difficile trovare, da parte della critica, un’opinione univoca sul regista: alcuni lo considerano uno dei pochi registi americani (ma Mendes è inglese), assieme a Darren Aronofsky, Paul Thomas Anderson, David Fincher, capace di coniugare impegno e spettacolo mantenendo uno stile inalterato e riconoscibile, altri un onesto mestierante, furbo e abile nel manipolare gli spettatori con storie ammiccanti e personaggi in cui è facile identificarsi. Solitamente non sono uso a schierarmi ma in questo caso ammetto (spazzando via il campo da ogni ambiguità) di appartenere alla seconda schiera di critici (anche se Revolutionary Road sembra smentire questa mia presa di posizione). Nonostante ciò ritengo che ogni filmografia sia sempre più complessa di ciò che appare e pertanto, una volta scoperte le carte, cercherò di affrontare il suo cinema mettendo da parte il pregiudizio e limitandomi ad una analisi obiettiva e asettica (quanto più possibile).

GUALTIERO JACOPETTI – GRAFFI SUL MONDO di Stefano Loparco

Lontano dall’ideologia

 

“Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo” é un libro poliedrico, sfaccettato e multiforme che rischia continuamente di sfuggire dalle mani del suo autore, ma che é tenuto assieme con tenacia (persino con disperazione) da Stefano Loparco che dimostra una smisurata passione per il soggetto della sua biografia. D’altra parte solo gli stolti possono pensare che sugli argomenti scelti da uno scrittore non ci possa (e debba) essere una “simpatia di fondo”. E così, “Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo” é il primo volume dedicato ad un regista (ma anche tante altre cose) su cui lo sguardo non é mai stato obiettivo perché viziato dall’ideologia. Stefano Loparco, che (fortunatamente ha passione per chi, e ciò di cui scrive) sin dalle prime pagine inizia una strenua battaglia con se stesso e, anche e soprattutto, con chi si pronuncerà ideologicamente sul suo libro, per mantenere una malcelata equidistanza da Jacopetti.

“RESTITUZIONI”: JACOPETTI vs CAVARA

Lodi Città Film Festival -Domenica 5 Ottobre – Teatro alle Vigne (Lodi) ore 18

 

Un’occasione unica per confrontarsi con il cinema di Gualtiero Jacopetti e quello di Paolo Cavara. Due registi le cui strade si sono intrecciate “pericolosamente” attorno alla produzione e realizzazione di un progetto tanto ambizioso quanto smisurato, discusso e discutibile: MONDO CANE (1962).

Stefano Loparco autore del libro “Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo” (Ed. Il Foglio Letterario – su questo blog un’imminente recensione del testo) e Fabrizio Fogliato autore del volume “Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo” (Ed. Il Foglio Letterario) dibatteranno nel merito di un film che ha dato vita a due poetiche divergenti e contrapposte. La tecnica e il contenuto spiegati al pubblico attraverso un’incruenta battaglia verbale e con la proiezione dei film che hanno definito le due direzioni del loro cinema. Vi aspettiamo numerosi.

a seguire il programma della giornata