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Fabrizio Fogliato

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LOS AMIGOS (1973) in “PAOLO CAVARA – GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO”

Lo “spaghetti-western” di Paolo Cavara

E’ in arrivo la prima biografia/monografia dedicata al regista Paolo Cavara.

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” è un libro ricco di documenti inediti e che si avvale del prezioso contributo del figlio del regista Pietro Cavara.

Al suo interno anche i soggetti integrali di Mondo Cane (1962) e de I Malamondo (1964)…e tutti i lavori inediti del regista.

Per saperne di più su Los Amigos… dalle vive parole di Paolo Cavara…

 

MERRY-GO-ROUND (DONNE VIENNESI, 1923) di Erich Von Stroheim

Erich Von Stroheim: l’incompiutezza della grandiosità, il realismo “estremo”, il sadismo nei rapporti umani… quello che poteva essere e che non è stato….

 

Merry-Go-Round (Donne viennesi, 1923), ovvero “carosello”, lo stesso che Erich Von Stroheim è stato costretto a fare per tutta la sua carriera da regista, sulla “giostra” di Hollywood tra produttori presuntuosi e arroganti, tra manie di grandezza spropositate per un’azienda commerciale (come è il cinema), set abbandonati (o da cui è stato cacciato) e rulli di pellicola bruciati (per recuperare un poco d’argento) e espunti dalle versioni montate dei suoi film, quelle stesse che Von Stroheim ha disconosciuto cancellando il suo nome dai credits. L’esempio più fulgido del deturpamento artistico della sua opera, irreversibilmente manipolata dagli studios, è proprio Merry-Go-Round, film girato da Von Stroheim per tre quarti, prima di essere cacciato dal set da un giovanissimo Irving Thalberg, con l’accusa (infondata) di aver sperperato oltre $ 500.000 per i costumi. Oggi il film, sui titoli di testa della versione uscita nel 1925, porta la firma di Rupert Julian, un onesto mestierante chiamato dalla Universal per terminare il film. La coppia Carl Laemmle e Irving Thalberg, al comando della major si illude che, al nuovo regista, basti seguire la sceneggiatura dello stesso Von Stroheim per portare a termine il film nel migliore dei modi, mentre il montaggio, che nei credits porta la firma dello stesso Julian, viene in realtà portato a termine da Irving Thalberg, il quale è anche l’artefice del ridicolo e pessimo finale del film, che scardina completamente il senso dell’opera di Von Stroheim, ne mortifica le intenzioni artistiche e snatura la poetica e la drammaturgia dei primi cinquanta minuti di film (quelli diretti dal regista viennese), sostituendo con un sentimentalismo d’accatto e con un happy ending ridicolo e forzatissimo, il finale originale, girato (ma incompiuto) da Von Stroheim e mai montato in nessuna edizione del film.

ABEL FERRARA.UN FILMAKER A PASSEGGIO TRA I GENERI – RECENSIONE su SOLOLIBRI.NET

Abel Ferrara: un filmaker a passeggio tra i generi

recensione a cura di Teresa D’Aniello – 15 Maggio 2014

Il libro raccoglie l’intera opera cinematografica del regista Abel Ferrara, le sceneggiature, una ricca e completa bibliografia di articoli e monografie e in più è corredato di note e recensioni pubblicate a seguito delle uscite dei suoi film. Un lavoro scrupoloso e diligente svolto da Fabrizio Fogliato, giovane docente di Storia del cinema e del linguaggio cinematografico, dedicato a uno degli autori più outsider della filmografia internazionale.

leggi la recensione integrale…

LA RONDE (1950) di Max Ophuls

La giostra della vita, ovvero la “gabbia dorata” dell’illusione del piacere

Vienna 1900. Un narratore (Anton Wallbrook) entra in scena e recita davanti ad un palco, si cambia d’abito e si avvicina ad una giostra di quelle per i bambini: Il “girotondo” può cominciare

Il 7 Gennaio del 1897 Arthur Schnitzler termina la stesura di “Reigen” affermando che “Qualcosa di così irrappresentabile non si è ancora visto”, al punto che l’autore è dubbioso se dare alle stampe il suo dramma. Non a caso, la prima rappresentazione teatrale dell’opera è messa in scena solo venti anni dopo da Max Reinhardt al Kleines Schauspielhaus di Berlino nel 1921. E’ la prima di una serie di rappresentazioni tormentate e ostacolate dal moralismo e dalla furia censoria: a Vienna, tempo dopo, la messa in scena di “Reigen” scatena tumulti di piazza e interpellanze parlamentari. La Ronde di Max Ophuls viene girato in Francia tra il gennaio e il marzo del 1950. Durante i 43 giorni di lavorazione le riprese si interrompono continuamente a causa dell’insolvenza nei pagamenti della casa di produzione La Sacha Gordine. Il film una volta terminato viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, accolto con favore dalla critica internazionale e accompagnato da proteste e clamori che giungono, da parte cattolica, fino al limite della scomunica come dimostra il caso di Münster luogo in cui la chiesa impedisce la proiezione del film. Sin dal prologo, La Ronde svela la sua complessità registica, in cui, già nella sequenza iniziale emerge la cifra stilistica e avvolgente dei movimenti della macchina da presa di Ophuls: il piano sequenza iniziale viene realizzato dopo la costruzione di oltre cinquanta metri di binari, curve e scambi.

LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO in “PAOLO CAVARA. GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO”

Il senso dell’erotismo nel cinema di Paolo Cavara

L’astrazione entra in gioco anche attraverso la messa in scena dello sguardo, che qui appare come un’ulteriore riflessione sulla “menzogna cinematografica” con un assassino fintamente cieco, con l’utilizzo di altri strumenti di ripresa all’interno del film e con il processo di blow-up a cui è sottoposta la fotografia di Maria Zani per capire che cosa sia quella macchia scura che appare dietro la sua nuca che, attraverso l’ingrandimento del dettaglio, si rivela essere un aereo in fase di atterraggio.

LASSE BRAUN’S “SENSATIONS” (1974)

Sexual Revolution…

“I believe pornography is at the center of the biggest cultural revolution of our century”.Parola di Lasse Braun, ovvero l’italianissimo Alberto Ferro, colui che la rivista newyorkese “Escapade”, nel 1981, ha definito come “ il padre della pornografia moderna”. Come sempre nelle etichette c’è un misto di esaltazione e approssimazione; certo è pero, che, indiscutibilmente, Lasse Braun è stato un pioniere “di qualità” nel campo, un abile “politico” e, a suo modo, anche un rivoluzionario. Alberto Ferro nasce ad Algeri nel 1936, figlio di un diplomatico italiano e proveniente da una ricca e nobile famiglia italiana. Sin da piccolo, per lignaggio, è destinato a seguire le orme del padre, ma è anche, irresistibilmente attratto dalla sessualità. Egli racconta con una certa enfasi ed esagerazione: “La prima scopata fu nell’aprile del 1944, con Wilma, quando nel parco della villa di mio zio, sul lago di Como, si tenne il party per il mio ottavo compleanno. Anche se a spiegarmi tutto sul sesso fu Joe, un soldato nero USA che arrivò a Cernobbio nel ’45. Lo vidi montare mia cugina e poi mi spiegò tutto, svelandomi i misteri del sesso arrivando persino a disegnarmi in terra, con un rametto, quello che succede tra uomini e donne” (intervista a Lasse Braun, in booksblog.it, 8 marzo 2010). Lasse Braun dal 1956 al 1961 è iscritto all’Università Statale di Milano, dove si laurea in Giurisprudenza, e presenta come tesi un lavoro dal titolo “Censura giudiziaria nel mondo occidentale”, che negli anni dell’oscurantismo sessuofobo della DC, viene rifiutata e provoca sdegno nel mondo accademico. Il giovane Braun, inizia così un percorso anti-istituzionale finalizzato ad abbattere la sessuofobia imperante e a smascherare l’ipocrisia repressiva del potere.

ABEL FERRARA.UN FILMAKER A PASSEGGIO TRA I GENERI – RECENSIONE su CIAOCINEMA.IT

Abel Ferrara: un filmaker a passeggio tra i generi

recensione a cura di Alessandro Fortebraccio – 18 Aprile 2014

[…] Ovvio che questo non è l’unico studio critico sul regista del Bronx disponibile sul nostro mercato ma è più convincente di lavori analoghi, non soltanto per gli aggiornamenti ma  per la cura dei dettagli, l’eleganza dello stile e la profondità dell’analisi sia sul piano linguistico che su quello contenutistico. […]

leggi la recensione integrale…

PAOLO CAVARA – GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” (6)

Intervista a Pietro Cavara – 03 Maggio 2014

 

  • – Dopo tanto tempo, finalmente un libro su Paolo Cavara. Che cosa ne pensi?

È qualcosa che mi riempie di gioia. Sono sempre stato un ferreo sostenitore del suo cinema, ho combattuto e combatterò strenuamente per difendere la memoria dell’artista e delle sue opere, in questo mondo superficiale dove ogni cosa viene rapidamente sepolta dal corso degli eventi. Non è solo una questione di affetti, c’è anche di mezzo il senso di quello che mio padre ha espresso e che rivela spesso la sua grande personalità e la sua visione del mondo che io trovo affascinante perché affronta con stile ed eleganza tematiche di vita e di rapporti umani attualissimi, chiamando spesso in causa la sensibilità dello spettatore. Un’operazione editoriale come questa è uno schiaffo a coloro che hanno cercato in tutti questi anni in questo paese di occultare mediaticamente l’uomo e il suo cinema e che ancora oggi immagino in azione. Ma ne sono convinto: di schiaffi ce ne saranno altri.

Leggi l’intervista integrale e scopri la copertina del libro

 

PAOLO CAVARA – GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo”… di prossima pubblicazione (5)

E’ in arrivo la prima biografia/monografia dedicata al regista Paolo Cavara.

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” è un libro ricco di documenti inediti e che si avvale del prezioso contributo del figlio del regista Pietro Cavara.

Al suo interno anche i soggetti integrali di Mondo Cane (1962) e de I Malamondo (1964)…e tutti i lavori inediti del regista, tra i quali:

L’UOMO A

L’Uomo A conosce nel tempo, circa un decennio, differenti titoli, modifiche di sceneggiatura e persino differenti firme di complemento. Rititolazioni, ritraduzioni, modificazioni minime o sostanziali, nuovi collaboratori, soggetti nuovi. Comunque mai niente di identico o di assolutamente ripetitivo […]…  (Pietro Cavara)

oltre a tutti gli altri che scoprirete nei prossimi post che ci guideranno verso la pubblicazione del volume.

Sul prossimo post LA COPERTINA DEL LIBRO e…una inedita Sorpresa! 

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Oggi parliamo de LA CATTURA (1969)