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VERGOGNA SCHIFOSI! (1969) di Mauro Severino

In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Ci sono film prodotti e realizzati nel biennio 1968-69, il cui valore intrinseco travalica il semplice contenuto artistico. Film d’autore nel senso più assoluto, quello cioè di film personali o di film della vita, opera unica e omnia di un regista che attraverso quel film vuole dire tutto e subito, con una forza e un impulso primordiali talmente feroci da esaurire in un’unica pellicola tutta l’ispirazione e da rendere impossibile, successivamente, il ripetersi di un’ operazione simile. C’è nell’aria una frenesia, una voglia di raccontare, raccontarsi, sondare la società in cui si vive sostenuta da una passione e da dinamiche impossibili a ripetersi. Il tutto in un contesto totalmente privo di vincoli, di freni inibitori, di qualsivoglia spauracchio censorio – al punto che molte pellicole sono attraversate da una tensione morale e da un crudeltà talmente spietate da risultare estreme senza esserlo. A questa schiera di film appartiene sicuramente Vergogna schifosi!… di Mauro Severino che già dal titolo denuncia la sua vocazione asimmetrica, violenta e selvaggia.

FLASHBACK (1968) di Raffaele Andreassi

In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Presentato al Festival di Cannes del 1969, l’unico lungometraggio di finzione di Raffaele Andreassi, riporta indietro l’orologio della Storia e – attraverso una rievocazione biografica del nemico – mette in scena un rapporto dialettico tra la solitudine di colui che è ostile con l’iperrealismo di un mondo magico e meraviglioso costituito da una natura lussureggiante. Il nemico si trova, improvvisamente, a fare memoria della guerra per potersi confrontare con un’inaspettata – e pertanto destabilizzante – condizione di pace. Si trova a vivere il paradosso della fine del conflitto e a trovare la morte proprio nel momento in cui tutto sembra essere sul punto di ritrovare il suo equilibrio. Proprio perché nemico, però, è esattamente in quel momento che egli diventa più vulnerabile, indifeso nonché impreparato ad affrontare la nuova dimensione pacificata, deprivato della moltitudine dei suoi camerati  – che siano divisione o pattuglia poco importa, quel che conta è che ora il “nemico” è solo e fragile.

SILVIA E L’AMORE (1968) di Sergio Bergonzelli

In “Italia: Ultimo Atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri” di Fabrizio Fogliato

[…] Contrassegnato da una serie di vignette che dividono in capitoli e sottocapitoli lo svolgimento (per altro sgangherato e privo di continuità narrativa), insertato con una serie di animazioni esplicative che spesso sfociano nel cattivo gusto (come nel caso di quella “splatter” che mostra la gravidanza extra-uterina), alterna momenti seri e scientifici – con tanto di interviste ad esperti e docenti universitari e blandi tentativi di denuncia con la vicenda del Talidomide – ad altri francamente deprecabili (la definizione della donna come macchina da riproduzione equiparata al distributore automatico del caffè), per sfociare nella crudeltà, gratuita e ingiustificata, delle riprese di aborti e di feti morti.

ITALIA A MANO ARMATA (1976) di Franco Martinelli [Marino Girolami]

ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1

Italia a mano armata (1976) di Franco Martinelli: Il “poliziottesco” che racconta il lato oscuro del triangolo industriale del Nord-Ovest.

Quando nel 1975 Vincenzo Mannino scrive la sceneggiatura di Roma violenta mette al centro dello sviluppo narrativo tre elementi destinati a diventare – in poco tempo – codici di riferimento del genere poliziesco italiano: la rappresentazione spettacolare ed enfatica della violenza, il commissario integerrimo senza macchia e senza paura e l’utilizzo degli spazi metropolitani come personaggio terzo (addirittura con i nomi delle città nei titoli dei film).

ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – IL PROGETTO 2016

Una landing page, rassegne e altre pubblicazioni

A seguito del grande successo riscontrato dal primo volume e in attesa del secondo – in fase di lavorazione – ITALIA: ULTIMO ATTO diventa un progetto multimediale. Dai primi di Ottobre è attiva la landing page del volume Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano, di Fabrizio Fogliato. La pagina è la base di un progetto multimediale – e in divenire – che a partire dal 2016 si attiverà con presentazioni, proiezioni, convegni e rassegne, il tuttoi ncentrato sul cinema italiano censurato, nascosto, rimosso e dimenticato.

Per saperne di più

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Settembre 2015

Continuano il grande interesse e dibattito attorno ad un libro asimmetrico e “provocatorio” come: 

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

Da settembre nasce il franchise ITALIAULTIMOATTO

A seguire le recensioni del libro e il nuovo progetto web. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto del libro da Io, Emmanuelle (1969) di Cesare Canevari

La donna, incarnata da Emmanuelle, con il suo essere fragile, confusa e spaesata in una società che viaggia al doppio della sua velocità, con il suo ritrovarsi immersa in una città plumbea e tentacolare in cui il sole fatica a penetrare la coltre di nubi e di smog, si sente soffocata dal rumore, dall’invasività e pervasività degli annunci pubblicitari, soverchiata dalla frenesia e dalla presenza incombente dei cartelloni pubblicitari al punto che è costretta a muoversi come un fantasma (ignorata da tutti): un essere spersonalizzato che deambula in un mondo troppo più grande della sua vita. La solitudine e l’anonimato nella metropoli emergono con forza attraverso l’estetica della donna che, stretta (stritolata), in un completo marrone si agita inutilmente nel vuoto della città, correndo, sfuggendo e nascondendosi non si sa bene da che cosa: non di certo qualcosa che è all’esterno bensì all’interno di lei. Il vuoto è riempito dal rumore assordante delle auto, degli annunci pubblicitari, del fragore delle manifestazioni, dei lavori in corso; rumore che penetra, frastornante, persino nel chiuso dell’appartamento e che nel corpo di Emmanuelle si traduce in dolore.

Leggi l’estratto integrale

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto del libro da La spiaggia (1954) di Alberto Lattuada

La spiaggia è un luogo di prossimità. Un luogo popolato da persone diverse ma unite dal desiderio di evasione e di riposo. Apparentemente è un luogo in cui la vicinanza stimola la conoscenza, in cui ci si incontra (a volte anche a distanza di anni), un luogo temporaneo, in cui le giornate scorrono sempre uguali eppure sempre diverse. La spiaggia per gran parte dell’anno è un miraggio, un traguardo ambito per dimenticare tutto e tutti e per ricominciare da zero una micro-vita – a scadenza definita, quella della fine delle vacanze – che si riproduce per pochi giorni con persone diverse, con contatti che si sa essere temporanei e con il desiderio, contraddittorio, che quel periodo duri tutto l’anno ma altrettanto desiderosi che finisca il prima possibile. In questo luogo in cui il rapporto di prossimità è forzato, in cui non si può evitare di dire qualcosa senza che chi si trova affianco possa ascoltarlo, dove un gruppo di conoscenze si consolida nel tratto di spiaggia occupato da sdraio e ombrelloni, gli italiani, a partire dagli anni ’50 cominciano a ritrovarsi. In realtà, “la villeggiatura” agognata e ambita, progressivamente, diventa una riproduzione in piccolo e per un tempo limitato, di schemi, stili di vita e atteggiamenti che oltre ad essere non dissimili da quelli quotidiani di tutto l’anno ne diventano la propaggine estrema e oltranzista a causa della convinzione che la spiaggia non preveda né regole né limiti alla libertà personale. Uno sfogatoio in cui tutto è concesso, spesso tollerato, a volte persino stimolato dalle condizioni di vita che il luogo prevede. L’Italia di quegli anni ha una voglia matta di lasciarsi andare, eppure appare ancora imbrigliata ai gioghi della tradizione (utilizzati, ipocritamente, come paravento morale)

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ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Luglio-Agosto 2015

Anche durante l’estate non accenna ad arrestarsi il grande successo di:

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

A seguire le recensioni del libro. Leggi Tutto