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ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – IL PROGETTO 2016

Una landing page, rassegne e altre pubblicazioni

A seguito del grande successo riscontrato dal primo volume e in attesa del secondo – in fase di lavorazione – ITALIA: ULTIMO ATTO diventa un progetto multimediale. Dai primi di Ottobre è attiva la landing page del volume Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano, di Fabrizio Fogliato. La pagina è la base di un progetto multimediale – e in divenire – che a partire dal 2016 si attiverà con presentazioni, proiezioni, convegni e rassegne, il tuttoi ncentrato sul cinema italiano censurato, nascosto, rimosso e dimenticato.

Per saperne di più

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Settembre 2015

Continuano il grande interesse e dibattito attorno ad un libro asimmetrico e “provocatorio” come: 

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

Da settembre nasce il franchise ITALIAULTIMOATTO

A seguire le recensioni del libro e il nuovo progetto web. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto del libro da Io, Emmanuelle (1969) di Cesare Canevari

La donna, incarnata da Emmanuelle, con il suo essere fragile, confusa e spaesata in una società che viaggia al doppio della sua velocità, con il suo ritrovarsi immersa in una città plumbea e tentacolare in cui il sole fatica a penetrare la coltre di nubi e di smog, si sente soffocata dal rumore, dall’invasività e pervasività degli annunci pubblicitari, soverchiata dalla frenesia e dalla presenza incombente dei cartelloni pubblicitari al punto che è costretta a muoversi come un fantasma (ignorata da tutti): un essere spersonalizzato che deambula in un mondo troppo più grande della sua vita. La solitudine e l’anonimato nella metropoli emergono con forza attraverso l’estetica della donna che, stretta (stritolata), in un completo marrone si agita inutilmente nel vuoto della città, correndo, sfuggendo e nascondendosi non si sa bene da che cosa: non di certo qualcosa che è all’esterno bensì all’interno di lei. Il vuoto è riempito dal rumore assordante delle auto, degli annunci pubblicitari, del fragore delle manifestazioni, dei lavori in corso; rumore che penetra, frastornante, persino nel chiuso dell’appartamento e che nel corpo di Emmanuelle si traduce in dolore.

Leggi l’estratto integrale

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto del libro da La spiaggia (1954) di Alberto Lattuada

La spiaggia è un luogo di prossimità. Un luogo popolato da persone diverse ma unite dal desiderio di evasione e di riposo. Apparentemente è un luogo in cui la vicinanza stimola la conoscenza, in cui ci si incontra (a volte anche a distanza di anni), un luogo temporaneo, in cui le giornate scorrono sempre uguali eppure sempre diverse. La spiaggia per gran parte dell’anno è un miraggio, un traguardo ambito per dimenticare tutto e tutti e per ricominciare da zero una micro-vita – a scadenza definita, quella della fine delle vacanze – che si riproduce per pochi giorni con persone diverse, con contatti che si sa essere temporanei e con il desiderio, contraddittorio, che quel periodo duri tutto l’anno ma altrettanto desiderosi che finisca il prima possibile. In questo luogo in cui il rapporto di prossimità è forzato, in cui non si può evitare di dire qualcosa senza che chi si trova affianco possa ascoltarlo, dove un gruppo di conoscenze si consolida nel tratto di spiaggia occupato da sdraio e ombrelloni, gli italiani, a partire dagli anni ’50 cominciano a ritrovarsi. In realtà, “la villeggiatura” agognata e ambita, progressivamente, diventa una riproduzione in piccolo e per un tempo limitato, di schemi, stili di vita e atteggiamenti che oltre ad essere non dissimili da quelli quotidiani di tutto l’anno ne diventano la propaggine estrema e oltranzista a causa della convinzione che la spiaggia non preveda né regole né limiti alla libertà personale. Uno sfogatoio in cui tutto è concesso, spesso tollerato, a volte persino stimolato dalle condizioni di vita che il luogo prevede. L’Italia di quegli anni ha una voglia matta di lasciarsi andare, eppure appare ancora imbrigliata ai gioghi della tradizione (utilizzati, ipocritamente, come paravento morale)

Leggi l’estratto integrale

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Luglio-Agosto 2015

Anche durante l’estate non accenna ad arrestarsi il grande successo di:

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

A seguire le recensioni del libro. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Aprile-Maggio 2015

Il grande successo che sta riscuotendo (uscito a fine aprile e già in ristampa) “Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano  – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”, è confermato dalle prime segnalazioni sul web, dagli attestati di validità e di preziosità del progetto da parte di prestigiose riviste di settore, nonché dalle numerose richieste di interviste all’autore.

Ecco qui un primo assaggio

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri – (Prefazione di Davide Pulici)

DA APRILE IN TUTTE LE LIBRERIE… REALI e VIRTUALI

Il “cittadino-medio”, quello che nel corso della storia italiana, diventa “spettatore” è qui identificato come guida. Il Virgilio di un “viaggio infernale” tra i serpenti di celluloide di un cinema e di una storia mai raccontati.

Documenti inediti, interviste e testimonianze di una “contro-storia” del Cinema Italiano. Un cinema italiano, nascosto, rimosso, sottaciuto e bandito che diventa cartina di tornasole del “Paese reale”.

E per la prima volta l’analisi completa della figura e del cinema di Massimo Pirri.

Guarda la terza e ultima parte dell’indice

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri – (Prefazione di Davide Pulici)

DA APRILE IN TUTTE LE LIBRERIE… REALI e VIRTUALI

Il “cittadino-medio”, quello che nel corso della storia italiana, diventa “spettatore” è qui identificato come guida. Il Virgilio di un “viaggio infernale” tra i serpenti di celluloide di un cinema e di una storia mai raccontati.

Documenti inediti, interviste e testimonianze di una “contro-storia” del Cinema Italiano. Un cinema italiano, nascosto, rimosso, sottaciuto e bandito che diventa cartina di tornasole del “Paese reale”.

E per la prima volta l’analisi completa della figura e del cinema di Massimo Pirri.

Guarda la seconda parte dell’indice

INGRID SULLA STRADA (1973) di Brunello Rondi

Roma: l’altra faccia della “dolce vita”

 

Film per lungo tempo irreperibile (da pochi giorni disponibile in DVD), uscito in poche copie nel 1973, e subito dopo scomparso nell’anonimato più totale, Ingrid sulla strada è un’opera obliqua e debordante, in cui il regista ricostruisce un ritratto isterico e crudele di una città, Roma, ormai divenuta una macabra barzelletta. Roma è il centro dell’azione, e viene mostrata in maniera antitetica rispetto ai film precedenti: un frastuono di voci e di rumori affestellati senza soluzione di continuità in una metropoli caotica e piovosa, sempre sull’orlo del tracollo, da cui è scomparsa ogni immagine turistica e ogni bellezza antica per lasciare il posto ai prati sterrati e alle strade sbrecciate che corrono sotto il raccordo anulare. Brunello Rondi, con Ingrid sulla strada è come se avesse voluto raccontare La Dolce Vita di Fellini da un punto di vista diametralmente opposto rispetto a quello originale. In Ingrid sulla strada appare evidente il contributo determinante di Rondi alla stesura della sceneggiatura dell’opera di Fellini (non, come semplice collaboratore, come appare nei credits del film), al punto tale che è possibile leggere questo film come il ribaltamento (o il negativo), estremo, eccessivo, e bizzarro de La Dolce Vita. Lettura che appare ancor più pregnante se si prende in considerazione il monologo del principe Urbano sulla condizione di Roma, e che appare recitato per interposta persona ma sembra esprimere l’opinione di Brunello Rondi: “E’ vecchia, come questa città che è diventata una cloaca sempre più umida e fa perdere la voce, infatti, non parlo più… non parlo più con nessuno, non ho più amici; se mi scrivono delle lettere non rispondo, non rispondo nemmeno più al telefono. Ci sono più fantasmi che uomini in questa città. Si certo, Roma è piena di luce, ma anche un cimitero di notte lo è, ed è pieno di strane fiammelle. Ecco, la donna, forse… soltanto la donna potrebbe essere l’unica cosa viva, ma è così difficile trovarne una. È una città piena di niente…”.