Una piacevole chiacchierata sul libro “PAOLO CAVARA.GLI OCCHI CHE RACCONTANO IL MONDO”
Il 5 maggio sono stato ospite di Massimo di Martino di Cimnematocasa.it (http://www.cinematocasa.it/?ch=borroni_10) per parlare di Paolo Cavara
Il 5 maggio sono stato ospite di Massimo di Martino di Cimnematocasa.it (http://www.cinematocasa.it/?ch=borroni_10) per parlare di Paolo Cavara
È qualcosa che mi riempie di gioia. Sono sempre stato un ferreo sostenitore del suo cinema, ho combattuto e combatterò strenuamente per difendere la memoria dell’artista e delle sue opere, in questo mondo superficiale dove ogni cosa viene rapidamente sepolta dal corso degli eventi. Non è solo una questione di affetti, c’è anche di mezzo il senso di quello che mio padre ha espresso e che rivela spesso la sua grande personalità e la sua visione del mondo che io trovo affascinante perché affronta con stile ed eleganza tematiche di vita e di rapporti umani attualissimi, chiamando spesso in causa la sensibilità dello spettatore. Un’operazione editoriale come questa è uno schiaffo a coloro che hanno cercato in tutti questi anni in questo paese di occultare mediaticamente l’uomo e il suo cinema e che ancora oggi immagino in azione. Ma ne sono convinto: di schiaffi ce ne saranno altri.
E’ in arrivo la prima biografia/monografia dedicata al regista Paolo Cavara.
“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” è un libro ricco di documenti inediti e che si avvale del prezioso contributo del figlio del regista Pietro Cavara.
Al suo interno anche interviste e testimonianze con Paolo Cavara, Gianni Cavina, Roberto Lerici …e altri che scoprirete nei prossimi post che ci guideranno verso la pubblicazione del volume. Seguiteci su questo blog!
L’esperienza di Mondo Cane, nel bene come nel male, è decisamente stata molto utile a Paolo Cavara, in quanto ne ha definito sia le ambizioni che il rafforzamento della sua etica morale. Quello che in parte non gli è riuscito durante il periodo di convivenza artistica con Jacopetti e Prosperi, trova compimento con I malamondo (1964), studio puntuale e mirato sui giovani europei nati e cresciuti dopo la guerra: i figli dell’era atomica. Niente di meglio che le parole dello stesso regista per definire i contorni dentro i quali si sviluppa il progetto del film: