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Joe D’Amato

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VELLUTO NERO (1976) di Brunello Rondi – Quinta parte

Il suicidio d’autore si compie: il finale del film tra Pier Paolo Pasolini e Joe D’Amato

Prima del finale ad Abu Simbel c’è un passaggio cruciale nell’economia del film, quello della consapevolezza e della presa di coscienza da parte del gruppo di borghesi. Durante la festa a casa di Hal, una messa in scena rituale operata da Antonio tramite il simulacro di un’ipnosi è volta a svelare la vera natura di questi uomini e queste donne. Crystal afferma: “Non c’è un meglio  un peggio in noi. È solo noia, infinita, incommensurabile, eterna noia”, poi sembra correggersi, ma, di fronte all’evidenza, è costretta ad ammettere la dura realtà: “Scusate, non volevo dire questo…però è la verità”. Subito dopo è la figlia Magda e dire: “Non ho ancora vent’anni e già puzzo di cadavere”, mentre Carlo non pronuncia parola ma in un raptus improvviso distrugge la sua macchina fotografica (e quindi se stesso). Infine tocca ad Hal che, prima viene incalzato da Crystal: “Tu non sei neanche un pederasta. Sei la mummia di un pederasta”, e poi è costretto ad ammettere la sua nullità, il suo fallimento come attore e come uomo. Emanuelle, invece, sotto l’effetto dell’ipnosi, esprime tutta la sua natura selvaggia e ancestrale: uccide un agnello, ne beve il sangue e, dopo essersi spogliata e abbandonata al delirio, vorrebbe ardersi viva – viene fermata in tempo dal resto del gruppo.

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Settembre 2015

Continuano il grande interesse e dibattito attorno ad un libro asimmetrico e “provocatorio” come: 

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

Da settembre nasce il franchise ITALIAULTIMOATTO

A seguire le recensioni del libro e il nuovo progetto web. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Luglio-Agosto 2015

Anche durante l’estate non accenna ad arrestarsi il grande successo di:

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

A seguire le recensioni del libro. Leggi Tutto

EMANUELLE IN AMERICA (1976) di Joe D’Amato (Seconda Parte)

Quando Emanuelle ruppe lo specchio: la vertigine della visione

 

Se in Emanuelle e Françoise, le sorelline, il maschio è incatenato ad un palo nel ruolo di sterile spettatore, in Emanuelle in America, gira il mondo con un collare dorato e numerato, trainato come un cagnolino al guinzaglio di facoltose borghesi. La sua unica funzione è quella di strumento di piacere a pagamento, il macho è ridicolizzato in decadenti pantomime (come quella in cui è travestito da Zorro) necessaria al soddisfacimento di un piacere geriatrico (espresso al meglio nella sua disfunzionalità, dagli inserti hard-core). Il secondo binario, su cui si muove il film, oltre ad essere ben più interessante, è anche significativo di un percorso, giunto sul limite del punto terminale, operato dal cinema “bis” (ma anche da quello d’autore) degli anni ’70, al fine di scardinare i meccanismi censori e di abbattere tutte le barriere del mostrabile. In questo, Emanuelle in America diventa una sorta di film-manifesto e il suo regista un demiurgo capace di cogliere l’attimo, intuire il cambiamento irreversibile dello sguardo e affondare la scrittura cinematografica nella palude dell’estremo senza né infingimenti né ipocrisie.

EMANUELLE IN AMERICA (1976) di Joe D’Amato (Prima Parte)

L’insostenibile leggerezza del sesso…

 

Tra tutti i generi del cinema italiano degli anni’70, l’ “erotico-esotico” è sicuramente quello più autoctono, perché legato alla scoperta di qualcosa che, per l’italiano-medio del periodo, appare come lontano e misterioso. La ricerca di culture straniere, la maggior possibilità di spostamento grazie al diffondersi dell’utilizzo dell’aereo come mezzo di trasporto e l’idea (fallace) di una presunta libertà e spensieratezza sessuale dei popoli indigeni, identificano i luoghi esotici come dei veri e propri “paradisi”. Luoghi lontani e desiderati, dove l’italiano-medio sogna di andare a vivere e/o trascorrere un’intensa vacanza (con tanto di esperienza sessuale con un’indigena), per poi poterla raccontare agli amici. Ambientati prevalentemente in luoghi caraibici, i film erotici-esotici seguono tutti più o meno lo stesso copione: un europeo/a intraprende un viaggio in una località misteriosa per sfuggire allo stress della quotidianità, dove spesso cerca (più volte incontra) un legame affettivo con una abitante locale. I film si aprono con un aereo che decolla (o atterra) verso destinazioni lontane (Africa, Polinesia, Caraibi…) e termina con lo stesso aereo che decolla per riportare i protagonisti nella realtà di tutti i giorni, trasportando uomini/donne occidentali (quasi) sempre delusi, sconfitti e/o sofferenti. Nel 1978 il regista Joe D’Amato si trova nei Caraibi per le riprese dell’action-movie Duri a morire. In quel periodo si reca a Santo Domingo per girare l’erotico-esotico Papaya dei Carabi, e qui il produttore del film gli commissiona quattro film erotici-hard da girare sul posto. Sesso Nero viene girato nel 1978, ma viene distribuito nelle sale italiane solo due anni dopo, diventando ufficialmente il primo film pornografico del cinema italiano.