Segnalazione su SegnoCinema n° 191 – Gennaio-Febbraio 2015
Folco Quilici è colui che è senza dubbio il più grande e conosciuto documentarista italiano; anche se questa definizione è limitante per un “viaggiatore” eclettico come il regista ferrarese. Un uomo che ha lavorato per il cinema e per la televisione, autore di saggi e biografie, e che ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità in ambito culturale. Quello che segue è un ritratto attraverso tre opere differenti (di cui una ripudiata), che diventano sintesi di uno “stile di vita”, in cui il cinema è materia prima da plasmare assecondando la naturalezza delle immagini da un lato, e modificando il punto di vista del regista dall’altro. I suo film dedicati al rapporto dell’essere umano con la natura sono molteplici e in taluni casi hanno ricevuto i giusti riconoscimenti internazionali: Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo Paradiso (Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956), Ti-koyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), Fratello Mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974). La lettura dell’universo di Folco Quilici, appare dunque poliedrica e sfaccettata, connaturata all’essenza di “essere viaggiatore”, in cui la macchina da presa, diventa protesi per riprendere, con discrezione e rispetto, quasi con timore, la natura e le sue bellezze. Al centro del suo fare cinema è sempre presente una forma di “disagio” latente di fronte alla magnificenza dello spettacolo naturale.
Presentazione del libro Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo a Cinemarcord
Da questo assunto nasce l’idea di organizzare “CINEMARCORD”, LA PRIMA MOSTRA-MERCATO del COLLEZIONISMO e DELL’EDITORIA CINEMATOGRAFICA.
Grazie alla sinergia tra due solide realtà milanesi dedicate alla valorizzazione e alla riscoperta del cinema e dei suoi feticci (FERMOIMMAGINE, MUSEO DEL MANIFESTO CINEMATOGRAFICO e BLOODBUSTER, negozio e casa editrice specializzata in cinema di genere) collezionisti e appassionati del grande schermo avranno la possibilità di incontrarsi in una convention dove saranno presenti importanti operatori del settore.
Nella vasta sala espositiva del FERMOIMMAGINE troverano ospitalità numerosi stand con libri, colonne sonore, manifesti, action figure e memorabilia di ogni tipo; mentre nella sala incontri, nella stessa sede, si svolgeranno una serie di eventi con editori specializzati, critici cinematografici, attori e registi, associazioni e scuole di cinema, ecc. CINEMARCORD, infatti, vuole dare spazio anche a quei piccoli editori specializzati in cinema o che hanno un nutrito catalogo di opere dedicate alla Settima Arte
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Recensione a cura di Filippo Baracchi – 3 Gennaio 2015
Paolo Cavara, un autore nascosto. Bolognese, ecologista, antropologo, sempre alla ricerca di personaggi non convenzionali, particolarmente attento verso i perdenti, i sentimenti, i rapporti umani. I suoi occhi, abituati ad avventurarsi ed esplorare posti lontani, fin dai primi lavori, hanno raccontato il mondo attraverso quel genere nato negli anni Sessanta, il mondo movie(Mondo Cane, La donna nel mondo, Mondo Cane 2). Capace di sintetizzare finzione e documentario, bellezza e grandiosità della Natura, è stato sempre attento alle differenze e al dettaglio, che nelle sue opere ha elevato a simbolo, espressione peculiare della sua creazione artistica. Profondo conoscitore della modernità, e profondamente critico verso questa, ha intuito per primo la degenerazione socio-culturale italiana traducendola in immagini dal forte impatto visivo (il vecchio editore Rizzoli “si commosse” alla visione di un suo corto girato alla Rinascente di Roma).
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Storie Lariane di grandi registi.
Dopo Haneke e Ferrara, il critico cinematografico Fabrizio Fogliato dedica un libro a Paolo Cavara.
Fortunate coincidenze o tempi ormai maturi? Forse tutte e due le cose, hanno fatto sì che, nel giro di pochi mesi uscissero due libri su Gualtiero Jacopetti e Paolo Cavara, rispettivamente di Stefano Loparco e di Fabrizio Fogliato, dedicati a due dei tre registi dello scandaloso “Mondo Cane”, uscito all’inizio degli anni ’60 e che testimoniano — da posizioni che offrono spunti, anche, di accesa discussione — il tratto comune percorso con l’ideazione e la realizzazione di quel leggendario film che generò tutta una ridda di ipotesi fino alla loro controversa separazione artistica.
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Estinguo un debito di alcuni mesi, citando due libri dedicati a Paolo Cavara, un cineasta di quelli che meritano una riconsiderazione e una collocazione nella storia del cinema italiano. I due volumi vanno considerati separati, ma una lettura unitaria li rende quanto meno congruenti.
a seguire il link con il testo integrale
In chiusura di puntata la presentazione e una breve intervista su “Paolo Cavara. Gli occhi che raccontano il mondo”
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“Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo” é un libro poliedrico, sfaccettato e multiforme che rischia continuamente di sfuggire dalle mani del suo autore, ma che é tenuto assieme con tenacia (persino con disperazione) da Stefano Loparco che dimostra una smisurata passione per il soggetto della sua biografia. D’altra parte solo gli stolti possono pensare che sugli argomenti scelti da uno scrittore non ci possa (e debba) essere una “simpatia di fondo”. E così, “Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo” é il primo volume dedicato ad un regista (ma anche tante altre cose) su cui lo sguardo non é mai stato obiettivo perché viziato dall’ideologia. Stefano Loparco, che (fortunatamente ha passione per chi, e ciò di cui scrive) sin dalle prime pagine inizia una strenua battaglia con se stesso e, anche e soprattutto, con chi si pronuncerà ideologicamente sul suo libro, per mantenere una malcelata equidistanza da Jacopetti.